BOSCO VACCARIZZO

BOSCO VACCARIZZO

PUNTO NATURALISTICO

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Descrizione

BOSCO VACCARIZZO – PUNTO NATURALISTICO

Bosco Vaccarizzo si caratterizza come un’ampia e ricca foresta che custodisce gelosamente il suo fascino e il suo grandissimo e peculiare valore, in quanto scrigno di biodiversità capace di ospitare elementi di straordinaria originalità, sia per quanto concerne la flora che la fauna.

Il bosco, fin dai secoli passati, ha svolto un ruolo attivo nella vita della comunità, che lo ha sfruttato in modo eccessivo sia in seguito alla legge forestale borbonica del 1826 (che ne consentiva il taglio raso) sia per la ricostruzione dell’abitato gravemente danneggiato dal terremoto del 1857 e ancora nel periodo tra il 1905 e il 1910 in cui furono abbattuti, in particolare, numerosi e grandi abeti. La comunità, però, lo ha anche preservato e protetto quando si oppose alla dissodazione ordinata dal Re Vittorio Emanuele nella seconda metà del 1800 e, ancora, quando nel 1876 venne ordinata la messa a difesa con il divieto di pascolo e di utilizzazione.

Oggi, bosco Vaccarizzo è un bosco residuo di una ampia e ricca foresta che conserva ancora tutto il suo fascino e tutto il suo grande valore naturalistico e botanico.

Il bosco è situato sulle diramazioni sud-occidentali dell’Appennino basilicatese, ad oriente del monte Alpi, in un’area compresa interamente dentro al territorio del comune di Carbone e confinante con i comuni di Latronico (PZ) e di Castelsaraceno (PZ), ed è incastonato tra le valli dei torrenti Serrapotamo e Fiumicello, affluenti del fiume Sinni.

La faggeta del bosco Vaccarizzo occupa una superficie di circa 300 ettari, con quote che oscillano tra 800 e 1100 metri s.l.m. L’area presenta una conformazione morfologica caratterizzata da pendenze moderate, ad eccezione di alcune zone più ripide in prossimità dei valloni.

La peculiarità e l’assoluta rilevanza di questa faggeta è dovuta essenzialmente alla presenza dell’abete bianco, sia con esemplari di classi diametriche medie che con pochi ma spettacolari soggetti di grande taglia.

Sulle quote più alte del bosco la specie vegetale prevalente è il Faggio, mentre nella parte più bassa risulta essere abbondante anche l’Ontano napoletano di cui si possono apprezzare alcuni esemplari di grande taglia, spesso circondati da folte Vitalba.

L’abete è attualmente ridotto a circa 350 piante adulte isolate o riunite in piccoli gruppi sparsi in tutto il bosco. Alcuni sono molto vecchi (oltre 160 anni di età), con fusto irregolare, con diametro anche superiore ad 1 metro e con altezza, in alcuni casi, di oltre 25 metri. Il bosco, però, custodisce anche esemplari più giovani, con un’età compresa tra i 50 ed i 70 anni, in buono stato vegetativo: fusto dritto, chioma equilibrata, diametro di 50-60 centimetri e altezza di 18-20 metri.

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