BRIGANTAGGIO

BRIGANTAGGIO

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Descrizione

Francesco Saverio Nitti (1868-1953) sosteneva che i contadini del sud potevano scegliere solo due strade: o diventare briganti o emigrare!

 

Nel 1861, dopo l’Unità d’Italia, scoppiò al sud una rivolta contro il nuovo re, causata dall’estrema povertà, dall’aumento delle tasse, dalla questione demaniale, dall’imposizione di leggi “piemontesi”, dall’indifferenza della classe dirigente e dalla prepotenza dei galantuomini. Contadini, ex ufficiali borbonici, renitenti alla leva, criminali e disperati, si unirono, formando bande di briganti che causarono non pochi problemi all’esercito. Le più famose bande di briganti erano quelle della Basilicata, capitanate da Carmine Crocco, Giuseppe Caruso e Giuseppe Nicola Summa. Nella zona del Pollino uno dei capibriganti più temuti era Antonio Franco, detto il Lupo del Pollino.

 Il brigantaggio fu represso duramente. Alcuni studi parlano di una vera e propria guerra civile con migliaia di morti.

Dopo la sconfitta dei briganti ci fu una forte emigrazione. Nella sola Basilicata, tra il 1869 e il 1905, più di 200.000 persone lasciarono la propria casa.

La memoria popolare narra che anche alcuni calveresi, per fame e disperazione, divennero briganti.

La banda Marini l’8 agosto del 1861 nei boschi tra San Chirico Raparo e Calvera, fermò la banda municipale di San Chirico che era stata a Calvera per suonare in occasione della festività di S. Gaetano facendosi consegnare le coppole rosse nazionali e lo scialle e obbligando i componenti della banda musicale a gridare Viva Francesco II.

La banda Franco sequestrò il sindaco e il Capitano della Guardia Nazionale di Calvera il 9 giugno 1865.

Il professore Beniamino Mazzilli, nel suo libro “Cenni storici su Calvera” raccontò di altri due rapimenti: quello del dott. Giovanni Nocera e del farmacista Vito Pasquale Mobilio, che dovettero consegnare per essere liberati 13 vestiti, 13 orologi e molti viveri; e quello del capo di una famiglia di ricchi agricoltori, i Greco, liberato solo dopo il pagamento di una grossa somma.

Si narra che durante il suo rapimento, il dott. Giovanni Nocera chiese che il suo anello fosse consegnato al figlio. Il capobrigante glielo restituì, dicendogli che lo avrebbe messo lui stesso al dito del figlio dopo la sua liberazione.


FONTANA DAI LADRI

 

Si narra che lungo l’attuale strada Provinciale che da Calvera porta verso Sella del Titolo nel territorio di Castronuovo di Sant’Andrea, in prossimità di una fontana ancora oggi chiamata “Acqua dei ladri” si incontrassero i briganti per spartirsi il bottino delle loro scorribande.

 


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