MUSICA

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La musica tradizionale e José Libertella

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Descrizione

“Il canto è espressione dell’anima”. In chiesa, nelle case, nelle processioni oppure nei campi del passato, risuonavano canti in dialetto. Lamenti funebri, giochi di mietitura, canti ( di lavoro, d’amore o scherzosi) e ninne nanne che, purtroppo, ormai sono scomparsi. Il professore Beniamino Mazzilli (1896-1997) ne ha raccolto diversi nel suo libro “Cenni storici su Calvera”. Gli strumenti tradizionalmente usati erano troccole, cupi cupi, pifferi, zampogne, fisarmoniche, organetti. Ma anche un semplice filo d’erba nelle mani di un contadino se avvicinato alla bocca, diventava melodia. Voci, fischi e suoni orchestravano nei campi.

Durante le processioni divenne fondamentale la presenza della banda, e ancora oggi è una presenza ritenuta necessaria dalla popolazione nelle feste religiose principali, soprattutto in quella patronale di San Gaetano celebrata il 07 agosto. Nel giorno della festa, le famiglie più benestanti ospitavano i bandisti per il pranzo.


Giuseppe Nicola Libertella- JOSÉ LIBERTELLA (Calvera 9 luglio 1933 – Parigi 8 dicembre 2004)è stato un musicista virtuoso del bandoneòn (una specie di fisarmonica, usata nel tango argentino), compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra famoso in tutto il mondo. Arrivò piccolissimo in Argentina, a Buenos Aires, assieme alla madre e alla sorella, per raggiungere il padre, che era emigrato qualche tempo prima per assicurare un futuro migliore alla famiglia. Grazie ai suoi tour, in America Latina ma, soprattutto in Francia, il tango argentino, come spettacolo di musica e ballo ebbe una diffusione mondiale. Tra le sue composizioni figurano “Rapsodia de Arrabal”, “Parigi autunnale”, “Universo”, “Basso romantico” e tanti altri.

 


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