MONACHESIMO BIZANTINO

MONACHESIMO BIZANTINO

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Descrizione

La parola “monachesimo”, deriva dalle parole greche “monos” (solo) e “oikia” (casa). Indica, nella religione cristiana, il fenomeno che porta alcune persone ad allontanarsi dalla vita sociale, per vivere un’esperienza di fede, dedicando la propria vita a Dio.

Gli individui che scelgono una vita solitaria di preghiera si chiamano “monaci anacoreti”; quelli che vivono in comunità sono detti “monaci cenobiti”. Questi ultimi accettano di osservare delle norme, dette Regola, cui sottoporsi per vivere disciplinatamente in comunità. Il fondatore, del monachesimo cenobitico occidentale, fu San Benedetto da Norcia, la cui Regola “Ora et labora ” è diventata la base per tutti gli altri Ordini.

Un’ altra forma di monachesimo è quello “lauriotico”.

Dal VII secolo, le regioni meridionali della penisola italica, si popolarono di eremi e cenobi, ispirati alla tradizione monastica greco-orientale, e alcuni villaggi e paesi, nacquero sotto la protezione dei monaci bizantini.


Proprio verso la fine del X secolo nacque, nel territorio che oggi fa parte di Calvera, il monastero di sant’Andrea, probabilmente sul monte Bruzio. Questo insediamento monastico (detto “laura”) comprendeva, sia una chiesa che altre stanze sulla cima del monte, sia alcune grotte, in cui i monaci si ritiravano per pregare in solitudine. I monaci predicarono, curarono , difesero e accolsero la popolazione locale, aiutandola e insegnandole nuove tecniche di coltura e, quindi, fu naturale che le famiglie della zona si raccolsero in un villaggio sottostante, che nel corso dei secoli diventò il paese di Calvera. Per quanto il monastero sia scomparso da secoli, il nome sant’Andrea, indica ancora una contrada di Calvera che faceva parte all’epoca dei possedimenti del monastero.

Il libro “Monasticon Italiae” riporta diversi monasteri bizantini nel territorio di Calvera: S. Andrea, S. Giorgio di Barnaba, S. Maria o Marina, di Coccaro e S. Pancrazio di Ceramide. A differenza degli altri che furono donati o entrarono in possesso del monastero di sant’Elia e S.Anastasio di Carbone, il monastero di Sant’Andrea, nel 1053, dopo un saccheggio normanno, fu donato all’ Abbazia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni.

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